Villa Grancassa

Historical landmark
Nella pittoresca cornice di San Donato Val di Comino, sorge l’incantevole Villa Grancassa, un gioiello architettonico che affonda le sue radici nella prima metà dell’Ottocento. La storia della villa iniziò nel 1853, quando don Francesco Nardone, un sacerdote illuminato, pose le basi per la sua costruzione. Alla guida del progetto fu don Felice Grancassa, suo allievo ed erede, che trasformò questa visione in realtà.

Durante la costruzione, la mancanza d’acqua causata da una prolungata siccità non scoraggiò don Felice. Invece di interrompere i lavori, aprì le sue cantine e utilizzò il vino delle sue botti per impastare la malta, un gesto di generosità che divenne leggenda.

L’eredità di Felice fu arricchita da suo figlio, Francesco, noto come don Ciccio. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli, Francesco ampliò la villa e la arricchì ulteriormente. Le sue due figlie, Felicetta e Rosolinda, ereditarono la proprietà ma la prosperità della famiglia fu messa a dura prova dal terremoto della Marsica nel 1915, che danneggiò gravemente la struttura, lasciando la villa in parte in rovina.

Nonostante la tragedia, Francesco costruì delle casette antisismiche nei pressi del palazzo danneggiato. Dopo la sua morte, le figlie rimasero sotto la tutela della zia Ferdinanda, che, insieme a Rosolinda, gestì la tenuta fino alla sua morte nel 1924. Fu allora che Rosolinda, con l’aiuto di Lucia Quintiliani, trasformò l’area antistante la villa in una fiorente azienda domestica, mentre il Genio Civile di Frosinone si occupava delle riparazioni.

Le difficoltà economiche crescenti, aggravate dalla Seconda Guerra Mondiale, costrinsero le sorelle Grancassa a cercare soluzioni alternative. Dopo aver ospitato i giovani seminaristi di Sora, nel 1951 la villa venne donata al Seminario stesso in cambio di assistenza. Nel 1954, il vescovo Biagio Musto finanziò un primo restauro, mentre il vescovo Carlo Minghiatti eseguì ulteriori lavori sul palazzo e sui giardini.

Negli anni ’90 del XX secolo, la villa fu acquisita da privati che, sotto la guida dell’architetto Gioacchino Coletti, effettuarono importanti lavori di ampliamento e restauro, restituendo l’antico splendore a questa magnifica residenza.

La villa, immersa in un lussureggiante parco, offre ai visitatori un viaggio nel tempo grazie alle sue sale e saloni riccamente decorati. Un maestoso portale, opera di scalpellini locali, accoglie i visitatori e conduce a un elegante scalone che porta ai piani superiori. Sul portale, un’epigrafe in latino ricorda i nomi dei fondatori, Francesco Nardone e Felice Grancassa.

La Famiglia Grancassa e il Loro Impegno per la Comunità
Felice Grancassa fu tra i principali proprietari terrieri di San Donato e contribuì attivamente alla vita pubblica. Suo figlio Francesco, avvocato e consigliere comunale, divenne sindaco nel 1893, proseguendo l’opera di sviluppo iniziata dal suo predecessore Carlo Coletti. Sostenne la costruzione dell’acquedotto locale e si impegnò per includere San Donato nel percorso ferroviario della Atina-Sora-Isola Liri.

Nel 1964, don Dionigi Antonelli compose “Bianca Villa degli Avi Grancassa”, un inno alla bellezza della villa, musicato dal maestro P. Rodrigo di Rocco e intitolato “Villa Grancassa”.

Oggi, Villa Grancassa rappresenta un simbolo di eleganza e storia, dove passato e presente si incontrano armoniosamente. Un luogo che racconta le vicende della famiglia Grancassa e il loro impegno per la comunità, avvolto dalla magia del suo splendido parco.

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Villa Grancassa,
Via Roma,
8,
03046 San Donato Val di Comino FR,
Italy

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