San Donato Val di Comino non è solo borghi incantati e natura rigogliosa; è anche un luogo dove ogni pietra, ogni anfratto montano, custodisce frammenti di una storia che non vuole essere dimenticata. Oggi vi portiamo a scoprire una delle pagine più intense e toccanti del nostro passato, legata a un luogo dal nome evocativo: la Roccia dei Tedeschi.
Durante gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, le nostre montagne furono teatro di eventi che segnarono profondamente il territorio e la sua gente. Ed è proprio su quella che oggi chiamiamo la strada per Forca d’Acero, un percorso panoramico che si snoda tra Monte Pizzuto e la celebre Roccia dei Tedeschi, che si verificò un episodio destinato a rimanere impresso nella memoria collettiva.
Qui, in un punto spoglio e scosceso della vallata, disseminato di pietre, una camionetta del 305° reggimento di fanteria tedesca si ribaltò rovinosamente, precipitando nel burrone. Un incidente tragico che costò la vita a due soldati. Le circostanze furono oggetto di congetture: si parlò di un attentato, ma la verità rimase celata tra le pieghe della guerra, senza mai trovare riscontro ufficiale.
Ciò che rende questa storia particolarmente significativa è il suo epilogo, un esempio commovente di resilienza e ingegno tipicamente sandonatese. A guerra conclusa, con il paese che emergeva a fatica da un periodo di devastazione, e in un contesto di scarsità economica dove l’acquisto di nuovi mezzi di trasporto era un lusso inimmaginabile, la comunità di San Donato si rimboccò le maniche. Gli abitanti del paese, con una tenacia e una capacità di arrangiarsi ammirevoli, recuperarono i resti di quella camionetta precipitata. Pezzo dopo pezzo, con dedizione e maestria, riuscirono a rimontarla in paese, dandole una seconda vita.
Quel veicolo, simbolo di un conflitto appena concluso, divenne così una risorsa preziosa per l’Amministrazione comunale e per l’intera comunità. Per un tempo considerevole, fu l’unico mezzo a disposizione per gli spostamenti essenziali all’interno della Valle di Comino o per raggiungere i centri più importanti della Provincia. Un veicolo che, da strumento di guerra, si trasformò in un simbolo di rinascita e di adattamento.
Questa è una delle tante testimonianze raccolte con cura da Luca Leone, attraverso i ricordi vividi dei più anziani del paese, e condivisa con passione da Anna Capoccia, con l’intento prezioso di non lasciare che il tempo cancelli la memoria. Visitare la Roccia dei Tedeschi oggi non è solo ammirare un panorama, ma anche riflettere su queste storie, comprendere la forza d’animo di chi ha vissuto quei momenti e apprezzare il valore della memoria storica.

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